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    La promozione della salute nei luoghi di lavoro: indagine conoscitiva all'interno dell'Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) Stella Maris e proposte di intervento

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    Il processo di Promozione della Salute, definito come quel processo che consente agli individui di esercitare un maggior controllo sulla propria salute e che li rende in grado di migliorarla, raggiungendo il massimo livello di benessere fisico, mentale e sociale, mira principalmente a modificare gli stili di vita insalubri degli individui che, assieme ai fattori sociali, economici ed ambientali determinano la salute di individui e popolazioni. L’adozione di stili di vita poco sani (fumo, scorretta alimentazione, abuso di alcol e inattività fisica) è infatti il principale fattore che determina una percentuale importante di DALY perduti (anni di vita in buona salute perduti completamente per morte precoce o parzialmente per disabilità), soprattutto per quanto riguarda i paesi economicamente sviluppati. La Promozione della Salute prevede diversi setting di intervento tra cui l’ambiente lavorativo; questo offre infatti numerosi vantaggi quali ad esempio l’opportunità di coinvolgere un grande numero di persone (dato che la maggior parte della popolazione adulta passa gran parte del suo tempo sul luogo di lavoro), la possibilità di realizzare, di rendere efficace e di ripetere le iniziative di promozione della salute (data la presenza generalmente stabile di una popolazione) e la possibilità di provocare ricadute positive anche a livello familiare e sociale (dato il prevedibile trasferimento nell’ambiente di vita dei comportamenti acquisiti nel luogo di lavoro). Gli interventi di Promozione della Salute nei luoghi di lavoro, oltre all’evidente beneficio sulla salute dei lavoratori, portano a notevoli vantaggi anche per l’azienda stessa: una popolazione lavorativa in buona salute accumula infatti un numero inferiore di assenze per malattia e di assenteismo in genere ed aumenta la propria attività e produttività portando un guadagno all’economia e ad un miglioramento dell’immagine dell’azienda. Prerequisito fondamentale alla pianificazione e all’attuazione dei programmi di promozione della salute nei luoghi di lavoro è la fase di identificazione delle esigenze dei lavoratori che consente di rilevare quali siano le problematiche di salute presenti all’interno dell’azienda. Lo scopo di questo lavoro di tesi è proprio quello di indagare gli stili di vita dei dipendenti dell’Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico Stella Maris, mio attuale luogo di lavoro, identificando i fattori di rischio per la salute più diffusi e ipotizzando eventuali interventi di promozione della salute (cessazione dell’abitudine al fumo, promozione di una sana alimentazione, promozione di attività fisica e di moderato consumo di alcol) da rivolgere alla popolazione lavorativa dell’azienda. Per fare ciò è stato costruito un questionario epidemiologico “ad hoc” che prevede 32 items. Le aree indagate dal questionario sono relative alle informazioni socio-demografiche e al tipo di impiego, alle informazioni sulla salute dei dipendenti, sull’abitudine tabagica, sulle abitudini alimentari, sul consumo di alcol sui livelli di attività fisica praticati. Il questionario prevede inoltre un’area finale dove sono incluse domande aperte rivolte ai dipendenti in merito a eventuali suggerimenti di interventi di promozione della salute riguardo ai precedenti fattori di rischio. Hanno partecipato all’indagine n° 72 dipendenti (41,6%) della sede situata a Calambrone, n° 16 dipendenti (43,2%) della sede di Casa Verde situata a Marina di Pisa e n° 41 dipendenti (82%) della sede situata a Montalto di Fauglia; sono stati raccolti un n° totale di 129 questionari (adesione complessiva 49,6%). L’analisi delle risposte al questionario ha messo in evidenza che l’area relativa alle abitudini alimentari e l’area relativa ai livelli di attività fisica praticata rappresentano le due aree principali che necessitano di intervento prioritario all’interno dell’azienda. Il 70,2% delle donne e il 58,1% degli uomini non pratica attività fisica secondo i livelli raccomandati dall’OMS (almeno 30 minuti di attività fisica giornalieri) e il 60,2% delle donne e il 64,5% degli uomini non consuma giornalmente le adeguate porzioni di frutta e verdura stabilite dall’OMS (5 porzioni al giorno tra frutta e verdura). Dall’analisi dei risultati appare inoltre importante incrementare il consumo di alcuni alimenti “sani” come il pesce e i legumi e limitare invece il consumo di alimenti “malsani” come le carni rosse e gli insaccati e i dolci e le bevande zuccherate. Tra gli interventi volti ad adeguare i livelli di attività fisica praticati alle raccomandazioni dell’OMS, consigliati dai dipendenti, si suggeriscono campagne di tipo informativo che trattino l’importanza dell’attività fisica e dei suoi benefici (newsletter, seminari informativi, creazione di filmati), l’organizzazione di corsi di attività fisica extra orario di lavoro all’interno dell’azienda, la creazione di spazi interni adibiti a palestra da usufruire durante le pause o a fine lavoro o, in alternativa, la stipula di convenzioni con palestre e piscine limitrofe all’azienda ed infine la creazione di un circolo aziendale che promuova attività ricreative sportive interne all’azienda stessa. Tra gli interventi volti a incrementare il consumo di frutta, verdura e di alimenti come il pesce e i legumi, e volti a ridurre il consumo di alimenti come le carni rosse/gli insaccati e i dolci, consigliati dai dipendenti, si suggeriscono anche in questo caso campagne di tipo informativo che trattino tali tematiche (newsletter, seminari informativi, creazione di opuscoli da distribuire presso la mensa aziendale), la modifica della qualità dei cibi contenuti nei distributori automatici e la vendita attraverso essi anche di frutta e insalate, il miglioramento della qualità e l’adeguamento della quantità dei cibi cucinati presso la mensa aziendale considerando come riferimento le linee guida per una sana alimentazione elaborate dall’INRAN (Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione), ad esempio attraverso l’erogazione di corsi di formazione ai dipendenti della mensa, e la possibilità di una maggiore e migliore scelta di cibi presso il bar aziendale. L’analisi dei risultati relativi all’area sul consumo di alcol e sull’abitudine tabagica non ha messo in risalto l’esigenza di un intervento tempestivo. Tuttavia i risultati sul consumo di alcol suggeriscono che tale area debba essere comunque oggetto di un attento monitoraggio e nei casi opportuni di intervento, a causa della diffusione di comportamenti potenzialmente a rischio tra i lavoratori: il 12,7% delle donne e il 7,1% degli uomini riferisce un consumo di alcol fuori pasto e l’8,2% delle donne e il 35,5% degli uomini riferisce il consumo dannoso del binge drinking (consumo di 5 o più unità di alcol in una stessa occasione) nell’ultimo mese. L’intervento e il monitoraggio su tali comportamenti a rischio potrebbe essere garantito attraverso sedute di counseling effettuate da parte del medico competente durante le visite mediche di routine. Anche i dati relativi all’abitudine tabagica, sebbene non siano così rilevanti (i fumatori sono il 26,6% delle donne e il 26% degli uomini), potrebbero comunque giustificare un intervento secondario in questa area, viste le discrete percentuali di fumatori che hanno dichiarato di voler smettere di fumare (il 36,4% delle donne e il 25% degli uomini afferma di voler smettere ma di essere frenato dalla paura di non riuscirci e inoltre, il 23,1% delle donne e il 37,5% degli uomini dichiara che a breve farà un tentativo per smettere)

    New evidence of a Roman road in the Venice Lagoon (Italy) based on high resolution seafloor reconstruction

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    This study provides new evidence of the presence of an ancient Roman road in correspondence to a paleobeach ridge now submerged in the Venice Lagoon (Italy). New high resolution underwater seafloor data shed new light on the significance of the Roman remains in the lagoon. The interpretation of the data through archive and geo-archaeological research allowed a threedimensional architectural reconstruction of the Roman road. The presence of the ancient Roman road confirms the hypothesis of a stable system of Roman settlements in the Venice Lagoon. The study highlights the significance of this road in the broader context of the Roman transport system, demonstrating once more the Roman ability to adapt and to handle complex dynamic environments that were often radically different from today

    Automated pose estimation captures key aspects of General Movements at eight to 17 weeks from conventional videos

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    Aim: General movement assessment requires substantial expertise for accurate visual interpretation. Our aim was to evaluate an automated pose estimation method, using conventional video records, to see if it could capture infant movements using objective biomarkers. Methods: We selected archived videos from 21 infants aged eight to 17 weeks who had taken part in studies at the IRCCS Fondazione Stella Maris (Italy), from 2011 to 2017. Of these, 14 presented with typical low-risk movements, while seven presented with atypical movements and were later diagnosed with cerebral palsy. Skeleton videos were produced using a computational pose estimation model adapted for infants and these were blindly assessed to see whether they contained the information needed for classification by human experts. Movements of skeletal key points were analysed using kinematic metrics to provide a biomarker to distinguish between groups. Results: The visual assessments of the skeleton videos were very accurate, with Cohen's K of 0.90 when compared with the classification of conventional videos. Quantitative analysis showed that arm movements were more variable in infants with typical movements. Conclusion: It was possible to extract automated estimation of movement patterns from conventional video records and convert them to skeleton footage. This could allow quantitative analysis of existing footage.Peer reviewe

    Design, fabrication and characterization of composite piezoelectric ultrafine fibers for cochlear stimulation

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    Sensorineural hearing loss, primed by dysfunction or death of hair cells in the cochlea, is the main cause of severe or profound deafness. Piezoelectric materials work similarly to hair cells, namely, as mechano-electrical transducers. Polyvinylidene fluoride (PVDF) films have demonstrated potential to replace the hair cell function, but the obtained piezoresponse was insufficient to stimulate effectively the auditory neurons. In this study, we reported on piezoelectric nanocomposites based on ultrafine PVDF fibers and barium titanate nanoparticles (BTNPs), as a strategy to improve the PVDF performance for this application. BTNP/PVDF fiber meshes were produced via rotating-disk electrospinning, up to 20/80 weight composition. The BTNP/PVDF fibers showed diameters ranging in 0.160-1.325 μm. Increasing collector velocity to 3000 rpm improved fiber alignment. The piezoelectric β phase of PVDF was well expressed following fabrication and the piezoelectric coefficients increased according to the BTNP weight ratio. The BTNP/PVDF fibers were not cytotoxic towards cochlear epithelial cells. Neural-like cells adhered to the composite fibers and, upon mechanical stimulation, showed enhanced viability. Using BTNP filler for PVDF matrices, in the form of aligned ultrafine fibers, increased the piezoresponse of PVDF transducers and favored neural cell contact. Piezoelectric nanostructured composites might find application in next generation cochlear implants

    Green infrastructures and satellite images: the case study of Munich

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    Although being the main driver of economic growth, cities have simultaneously contributed to the most serious increase of environmental degradation, being simultaneously targeted by Climate Change effects. In this scenario, decision makers are called to identify the best actions for mitigation and adaptation of urban spaces, exploiting innovative Information and Communication Technologies (ICT) resources and approaches. Based on the City Sensing approach, the aim of this paper is to present a case study that demonstrates how the application of integrated ICT frameworks - including free Copernicus satellites data, big data sources and cognitive techniques – to urban regeneration practices such as green infrastructures can support decision makers and citizens in order to create a knowledge community which is aware about air pollutants and carbon emissions of its neighbourhood. Making risk visible and shared will contribute to the modelling of a resilient, inclusive and sustainable city

    Open-data satellitari a supporto del Service Design : un caso studio sull’Area Marina Protetta di Ischia

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    La “Blue Economy” mira a riequilibrare il rapporto tra protezione dell’ambiente e attività socioeconomiche ispirandosi al funzionamento degli ecosistemi naturali, eliminando le emissioni di CO2 e altri impatti negativi sull’ambiente attraverso una transizione dei processi produttivi da un modello lineare ad uno circolare. L’approccio circolare rende lo scenario più complesso e multi-attore creando uno spazio ideale per l’applicazione del Design dei servizi integrato con metodologie di analisi basate su dati e strumenti tecnologici resi sempre più accessibili grazie a logiche Open Source. Il caso studio per l’Area Marina Protetta di Ischia è un esempio di soluzione di monitoraggio dell’ambiente costiero basata su open-data satellitari

    Balaenophilus manatorum in Debilitated and Bycatch-Derived Loggerhead Sea Turtles Caretta caretta from Northwestern Adriatic Sea

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    Balenophilus manatorum (Copepoda: Harpaticoida) is one of the few components of the epibiontic fauna of Caretta caretta that show a “true” parasitic association with their host. From rrosive to ulcerative cutaneous lesions may seldom appear as a consequence of the copepod feeding on keratin on turtles’ skin. Debilitating Turtle Syndrome (DTS) is the final outcome of a chronic insufficient assumption of nutrients, generally occurring with the impairment of immune functions and high epibiota burdens. In this survey, the presence of B. manatorum in C. caretta from the Northwestern Adriatic Sea was investigated and the relation between infection indices and the co-occurrence of DTS was studied. Clinical examination was performed at the time of rescue, including routine hematological assessment; external parasites were isolated mechanically from turtles’ skin and morphologically identified through observation with an optic microscope and SEM. Ten turtles were classified as affected by DTS, all of them being small juveniles with typical clinical and clinicopathological presentation. A higher prevalence, abundance, and density of infection were found in turtles affected by the syndrome. The presence of massive skin coverage by the burrowing barnacle Pletylepas hexastylos prevented a proper evaluation of the pathology associated with B. manatorum in turtles affected by DTS. In any event, eventual skin damages caused by the parasite may represent a port of entry for secondary infections in such immunocompromised animals. Therefore, infection by B. manatorum should not go overlooked in debilitated turtles and should be opportunely treated

    Boron nitride nanotube-functionalised myoblast/microfiber constructs: a nanotech-assisted tissue-engineered platform for muscle stimulation

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    In this communication, we introduce boron nitride nanotube (BNNT)-functionalised muscle cell/microfibre mesh constructs, obtained via tissue engineering, as a three-dimensional (3D) platform to study a wireless stimulation system for electrically responsive cells and tissues. Our stimulation strategy exploits the piezoelectric behaviour of some classes of ceramic nanoparticles, such as BNNTs, able to polarize under mechanical stress, e.g. using low-frequency ultrasound (US). In the microfibre scaffolds, C2C12 myoblasts were able to differentiate into viable myotubes and to internalize BNNTs, also upon US irradiation, so as to obtain a nanotech-assisted 3D in vitro model. We then tested our stimulatory system on 2D and 3D cellular models by investigating the expression of connexin 43 (Cx43), as a molecule involved in cell crosstalk and mechanotransduction, and myosin, as a myogenic differentiation marker. Cx43 gene expression revealed a marked model dependency. In control samples (without US and/or BNNTs), Cx43 was upregulated under 2D culture conditions (10.78 ±1.05-fold difference). Interactions with BNNTs increased Cx43 expression in 3D samples. Cx43 mRNA dropped in 2D under the ‘BNNTs +US’ regimen, while it was best enhanced in 3D samples (3.58 ±1.05 vs 13.74 ±1.42-fold difference, p =0.0001). At the protein level, the maximal expressions of Cx43 and myosin were detected in the 3D model. In contrast with the 3D model, in 2D cultures, BNNTs and US exerted a synergistic depletive effect upon myosin synthesis. These findings indicate that model dimensionality and stimulatory regimens can strongly affect the responses of signalling and differentiation molecules, proving the importance of developing proper in vitro platforms for biological modelling

    Boron nitride nanotube-functionalised myoblast/microfibre constructs: a nanotech-assisted tissue-engineered platform for muscle stimulation

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    In this communication, we introduce boron nitride nanotube (BNNT)-functionalised muscle cell/microfibre mesh constructs, obtained via tissue engineering, as a three-dimensional (3D) platform to study a wireless stimulation system for electrically responsive cells and tissues. Our stimulation strategy exploits the piezoelectric behaviour of some classes of ceramic nanoparticles, such as BNNTs, able to polarize under mechanical stress, e.g. using low-frequency ultrasound (US). In the microfibre scaffolds, C2C12 myoblasts were able to differentiate into viable myotubes and to internalize BNNTs, also upon US irradiation, so as to obtain a nanotech-assisted 3D in vitro model. We then tested our stimulatory system on 2D and 3D cellular models by investigating the expression of connexin 43 (Cx43), as a molecule involved in cell crosstalk and mechanotransduction, and myosin, as a myogenic differentiation marker. Cx43 gene expression revealed a marked model dependency. In control samples (without US and/or BNNTs), Cx43 was upregulated under 2D culture conditions (10.78 ± 1.05-fold difference). Interactions with BNNTs increased Cx43 expression in 3D samples. Cx43 mRNA dropped in 2D under the 'BNNTs + US' regimen, while it was best enhanced in 3D samples (3.58 ± 1.05 vs 13.74 ± 1.42-fold difference, p = 0.0001). At the protein level, the maximal expressions of Cx43 and myosin were detected in the 3D model. In contrast with the 3D model, in 2D cultures, BNNTs and US exerted a synergistic depletive effect upon myosin synthesis. These findings indicate that model dimensionality and stimulatory regimens can strongly affect the responses of signalling and differentiation molecules, proving the importance of developing proper in vitro platforms for biological modellin
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